Gela venne fondata come colonia rodio-cretese su un precedente insediamento indigeno siculo, secondo la tradizione nel 689 a.C. e ad opera di Antifemo ed Entimo (come riporta Tucidide[citazione necessaria]. Si tratterebbe dunque di uno fra i primi insediamenti greci in Sicilia.
Nel corso del VI secolo a.C. grazie alla politica espansionistica dei tiranni (in particolare Cleandro e soprattutto Ippocrate) la città ebbe una serie di colonie satelliti, fra cui Akragas (Agrigento) e riuscì inoltre a sottomettere diverse città: Kallipolis (secondo alcuni l'odierna Giarre), Leontini (Lentini, Naxos (Giardini-Naxos), Ergezio e Zancle (Messina). Ippocrate perì durante la guerra condotta contro Siracusa, a causa della successiva ribellione dei Siculi sottomessi. Siracusa venne tuttavia conquistata dal successore di Ippocrate: il tiranno Gelone, che vi stabilì la propria corte, lasciando Gela al fratello Gerone I che proseguì la ambiziosa politica espansionistica.
Nel 480 a.C. Gela e Siracusa parteciparono con un esercito di 5.000 uomini alla battaglia di Imera contro i Cartaginesi, in aiuto a Terone, tiranno di Agrigento. Scomparso Gelone (478 a.C.), il fratello Gerone si stabilì a sua volta a Siracusa ed a Gela il potere passò nelle mani del tiranno Polizelo, che forse fu presto deposto e sostituito da un governo democratico, sotto il quale la città accolse diversi profughi espulsi da Siracusa.
Nel 406 a.C. una armata cartaginese conquistò Agrigento e distrusse Gela, costringendone gli abitanti a riparare a Siracusa. Nel 397 a.C., grazie alla protezione siracusana, la città venne ricostruita. Nel 311 a.C. venne nuovamente devastata dai Cartaginesi e nel 282 a.C. distrutta definitivamente da Finzia, tiranno di Agrigento, che ne spostò gli abitanti nella nuova città di "Finziade" (oggi individuata in Licata).